Autore: Giuseppe Lupo
Editore: Marsilio

Salante Fossi, inviato del Modern Times, si trova a Skagen nel giorno del solstizio d’estate per celebrare il compleanno del Vecchio Cibernetico e, con ogni probabilità, la sua imminente vittoria al Nobel. Il Vecchio Cibernetico, quasi centenario, ha un passato straordinario: nato in Ungheria, è fuggito da Budapest con una donna mentre i carri armati sovietici invadevano la città, ha attraversato l’Europa per studiare e lavorare e ora vive in Portogallo. Porta sempre con sé la custodia di una Olivetti Lettera 22, simbolo di una vita dedicata alle macchine da scrivere, alle calcolatrici e ai dizionari di ogni lingua. Ma soprattutto, è l’uomo che ha inventato Qwerty.
Qwerty è la rivoluzione, qualcosa di così potente che nessuna intelligenza artificiale può eguagliarlo. Nessuno sa con certezza cosa sia o che forma abbia, ma è onnipresente. Salante Fossi cerca risposte, ma il Vecchio Cibernetico elude le sue domande, perdendosi tra ricordi e sogni che lo inseguono come ombre. Ascoltandolo, il giornalista scoprirà che le presenze possono esistere anche senza corpi, che la memoria è un sentimento, che la storia delle macchine passa attraverso Ivrea e l’immaginazione di Adriano Olivetti. E soprattutto, che gli esseri umani hanno bisogno di Qwerty quanto Qwerty ha bisogno di loro.
Una favola cibernetica intensa e poetica, narrata con un linguaggio brillante e sognante. Una storia d’amore. Anzi, due.

Ne hanno parlato con l’autore, Giuseppe Lupo, Franco D’Alfonso e Alessandro Zaccuri.